Prosegue l’avvento in attesa del Natale, prosegue il cammino umano e spirituale di ciascuno in questo tempo forte, diverso dall’ordinario. Quante parole assumono un significato più profondo in queste settimane che ci stanno preparando a far memoria della venuta di Gesù?
Quanto è prezioso questo tempo! Mi sarà dato di riconoscerlo solo se sarò vigile, disposto ad aspettare e pronto a scoprire le meraviglie. Mi renderà capace di leggere in profondità per scoprirvi la Sua “venuta”. E mi renderà capace di avere un cuore nuovo che mi aiuterà a vedere negli altri la “venuta”. Allora sarò capace non solo di guardare ma finalmente saprò fissare il mio sguardo e vedrò mio fratello.
Gesù viene così nella nostra vita: nei nostri fratelli ammalati, nei poveri, nei migranti, nei soli, nei disperati.
Anche l’arcivescovo Delpini ci richiama ad alimentare fra noi la chiamata alla fraternità universale, come i discepoli che sono nel mondo per seminarvi speranza di salvezza, concordia e pace, in virtù del Vangelo che dimora in loro. La parola carità dunque non potrebbe mai mancare dal nostro vocabolario, e l’avvento può diventare il momento privilegiato in cui essere educati a tale valore e riscoprirlo.
Ciascuno si senta interpellato, oltre che a donare in base a ciò che può sostenendo i vari progetti promossi dalle realtà conosciute, si senta soprattutto disponibile a intraprendere un percorso di cambiamento per riscoprirci “fratelli tutti”, mettendo in pratica il comandamento dell’amore per renderci sempre più attenti ai bisogni dell’umanità, a saper accogliere e ascoltare il grido dei poveri e dei sofferenti, a stare dalla parte di chi viene scartato.
Se la fede ci fa essere credenti,
e la speranza ci fa essere credibili,
è solo la carità che ci fa essere creduti.
(don Tonino Bello)