“Perchè amo la scuola”

Messa di inizio anno scolastico celebrata da don Giovanni Vergani

In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico don Giovanni ha voluto condividere alcune riflessioni con i ragazzi presenti alla celebrazione che si è svolta presso la Chiesa Beata Vergine di Fatima e S. Rita.

“Perché amo la scuola?” Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola”. Queste sono – pensate! – le parole con cui papa Francesco ha raccontato la sua esperienza a scuola. Ragazzi, le ho trovate semplicemente formidabili perché ci indicano con formidabile semplicità l’ingrediente fondamentale della scuola, quello più importante di ogni altro: sono le persone! La scuola sono innanzitutto le persone che incontriamo e che sanno affascinarci: questa è la scuola che ama papa Francesco, è la scuola di cui non possiamo fare a meno per vivere. Io vorrei spendere qualche semplice parola per convincervi che è questo, come dice papa Francesco, il motivo per cui amare la scuola.

La scuola, prima di essere le materie da studiare, i compiti da fare, le tabelline da memorizzare, le regole grammaticali da rispettare – tutte cose serissime! – …la scuola sono le persone che suscitano attrattiva in noi. La scuola, prima di contenuti da sapere, sono volti da ricordare: quando si vive una bella esperienza, ad esempio una gita, ciò che rimane nel cuore sono le persone con cui la si vive…per esempio le maestre che ci hanno permesso di viverla. Sono queste persone che lasciano e devono lasciare il segno in noi. Senza di loro la scuola è fredda e distaccata, non accende il desiderio della scoperta: potrà farci prendere voti alti, ma non ci avrà fatto appassionare a niente.

La scuola, poi, non è fatta innanzitutto di maestre, segretarie, persone ATA – come si chiama oggi – ma piuttosto di persone: tutte loro sono persone con cui entrare in relazione. Sono persone con cui stringere dei legami preziosi, con cui condividere qualcosa di bello: sono persone a cui volere bene! Sono persone che come dice il salmo hanno una cosa in comune con il Signore: “ci scrutano e ci conoscono, ci osservano (letteralmente quando ci alziamo e quando ci sediamo)”; ci “leggono” talmente in profondità che spesso ci capiscono nei nostri pensieri prima ancora che apriamo bocca. Sono queste persone che lasciano e devono lasciare il segno in noi. Senza di loro la scuola è formalità, poco più di un ufficio: potrà sfornare menti brillanti, ma non avrà edificato uomini e donne che desiderano crescere e volersi bene.

La scuola, infine, non è fatta tanto o soltanto di professionisti, ma è fatta di persone che sono qui “per noi”: il loro non è un lavoro come un altro, che fanno per caso o per il solo stipendio da portare a casa; questa è la loro vocazione, la chiamata che hanno riconosciuto per la loro vita. Sono queste persone che lasciano e devono lasciare il segno in noi. Senza di loro la scuola potrà avere tutti i progetti migliori, potrà essere efficiente, piena di tecnologie, ma non sarà il luogo  in cui diventiamo grandi, diventiamo migliori, diventiamo protagonisti del nostro futuro, imparando da autentici testimoni.

Questa è la scuola che ama papa Francesco e che penso desideriamo anche noi. Allora, nei prossimi istanti di silenzio, ma, magari, ragazzi, fatelo anche a casa vostra ogni   tanto, dite una preghiera per le persone che operano nella vostra scuola, anzi per le persone che sono l’anima della vostra scuola.

Pregate perché siano persone che lasciano un segno indelebile nella vostra vita.