“Il Verbo entra nella storia” e “il tempo ospita la gloria di Dio”: sono le prime parole che incontriamo nella lettera del nostro arcivescovo per il tempo dell’avvento.
L’Avvento è il periodo dell’anno che suggerisce di riflettere sul tempo, sulla dimensione temporale della vita umana. È una riflessione che contribuisce alla saggezza in molte esperienze culturali, anche se in modi diversi. Il libro del Siracide, che accompagna questo anno pastorale come testo biblico per ispirare percorsi di sapienza, invita a una saggia considerazione del tempo.
Ecco che nel tempo d’avvento la preghiera personale può trovare nuova freschezza e fedeltà e la preghiera liturgica, voce comunitaria della Chiesa, è l’occasione per rinnovare la preghiera insieme.
La pratica cristiana del tempo che scorre professa la fecondità della durata: il tempo è amico del bene, come il trascorrere delle stagioni è alleato del contadino che semina, custodisce, attende, raccoglie e se ne rallegra.
Accorgersi del tempo, viverlo profondamente, significa porre attenzione ad ogni novità in esso racchiusa.
Ecco che il tempo diviene tempo di grazia per ogni età:
- La giovinezza come tempo di scelta in risposta alla propria vocazione
- L’età adulta come tempo di responsabilità nella fedeltà dei rapporti, nella fecondità generatrice in molti modi diversi
- La terza età come tempo di testimonianza, di sapienza, di vigilanza.
Ma non finisce qua; il tempo che il nostro arcivescovo ci segnala nella sua lettera d’avvento è anche altro: tempo di occasione, tempo come ritmo, tempo in cui si celebra il mistero dell’incarnazione.
Qui disponibile la lettera dell’avvento e l’augurio del nostro arcivescovo.