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Viviamo di una vita ricevuta

Ecco la proposta pastorale 2023-2024 nella quale l’Arcivescovo incoraggia i credenti a non rinunciare alla testimonianza sui temi dell’educazione affettiva, della preparazione al matrimonio religioso, dell’accoglienza della vita, del lavoro, della pace e della terza età.

“Credo che vivere la fede come amicizia, sequela, comunione con Gesù sia la condizione per riconoscere di vivere una vita ricevuta in dono e costituisca l’antidoto più necessario per resistere alla tentazione dell’individualismo radicale.”

“Noi siamo in una cultura a cui ciascuno deve essere consentito di vivere secondo il suo criterio”. Questo, spiega mons. Delpini, è l’individualismo contemporaneo che presume di costruire il mondo avendo come riferimento solo l’individuo; ma dall’altra parte non è possibile vivere nella persuasione che essere soli sia meglio che assumersi responsabilità per altri, non è possibile vivere senza prendersi cura che anche altri vivano. In quanto cristiani, “viviamo nella gratitudine, viviamo di una vita ricevuta e non riteniamo questa condizione come un limite, ma come la vocazione a partecipare alla vita di Dio.”

E dalla «responsabilità di accogliere il dono di Dio» deriva per il credente il dovere della testimonianza e «di proporre percorsi di educazione affettiva, sessuale, relazionale perché chi segue Gesù impari ad amare come Gesù ha amato, viva, nell’amore, la fedeltà indissolubile, come Gesù che ha amato fino alla fine, accolga con gratitudine la grazia e la responsabilità dell’amore fecondo che genera figli e figlie per il futuro del mondo e della Chiesa, interpreti in chiave vocazionale anche il lavoro e l’impegno per la pace».

È possibile acquistare la lettera pastorale presso il banco della buona stampa nelle chiese parrocchiali.